Questo il contenuto principale di una proposta di legge – atto camera n. 1041 -, di cui il primo firmatario è l’onorevole Titti Di Salvo (Pd). Presentata nel 2013,nelle ultime settimane ha subito un’accelerazione ed é ora all’esame delle commissioni della Camera.

Obbligo di pagare le retribuzioni tramite banche o uffici postali per evitare che i dipendenti, sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione, siano spinti a firmare una busta paga da cui risulta una retribuzione regolare anche se in realtà viene corrisposto un importo inferiore ai minimi previsti dalla contrattazione collettiva.

Secondo l’articolo 1 del testo, la retribuzione dovrebbe essere corrisposta solo tramite istituti bancari o uffici postali utilizzando un bonifico, oppure in contanti ma comunque presso uno sportello bancario o postale, o, ancora, con un assegno emesso dalla banca o dalla posta e consegnato direttamente al lavoratore o a un suo delegato. Queste disposizioni dovrebbero valere per tutti i rapporti di lavoro subordinato, includendo in tale definizione anche le collaborazioni e i contratti delle cooperative con i soci. Viene inoltre introdotto il principio che la firma della busta paga da parte del lavoratore non costituisce prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione.

fonte: ilsole24ore